12 Come si fa a fare la volontà di Dio?

Perché dovremmo fare la volontà di Dio e non la nostra?

Se Dio ci ha creati liberi e ci ha dotati di libero arbitrio, non siamo liberi di fare quello che vogliamo?

Certamente siamo in grado di fare delle scelte ma la libertà in senso assoluto non esiste. Nasciamo da due genitori i quali fino al giorno in cui non saremo totalmente indipendenti, si prenderanno cura di noi e ci cresceranno con delle regole, ognuno di noi è consapevole di essere cresciuto con delle regole giuste o sbagliate che siano ma anche da adulti ci ritroviamo in una società che ci impone di vivere secondo delle regole, svogliamo guidare un auto ci vuole la patente e bisogna seguire le regole del codice della strada, se vogliamo studiare e prendere un diploma ci saranno delle regole imposte dalla scuola, se decidiamo di vivere in una nazione anche lì dovremo sottostare alle regole di quella nazione ed alla fine scopriremo che la libertà in assoluto non esiste.


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Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" 

entrerà nel regno dei cieli; 

ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

(Matteo 7:21)

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Dio in quanto creatore dell’universo, ci chiama a vivere secondo le sue regole

Anche il nostro creatore nonostante il libero arbitrio e la grande libertà che ci ha donato, vuole che tutti vivano secondo le sue regole. I dieci comandamenti sono un condensato di queste regole:


I dieci comandamenti (Esodo 20)

1) Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me.

2) Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.

3) Non pronunciare il nome del Signore, Dio tuo, invano; perché il Signore non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.

4) Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo - il sabato - è giorno di shabat, un giorno consacrato al Signore Dio tuo.

5) Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà.

6) Non uccidere.

7) Non commettere adulterio/atti impuri.

8) Non rubare.

9) Non attestare il falso contro il tuo prossimo.

10) Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo".


I comandamenti di Dio sono comandamenti universalmente riconosciuti ed in ogni società che si rispetti non è accettabile la libertà di uccidere, di rubare, di mentire ecc. La nostra stessa coscienza ci dice che violare i comandamenti di Dio è fondamentalmente sbagliato.


La premessa dunque per fare la volontà di Dio è di non trasgredire la sua legge.

Quando si dice che uno ha peccato, si intende proprio che quella persona ha infranto la legge, quella persona è un criminale e sarò giudicato per ciò che ha detto o fatto.

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Chiunque commette il peccato, commette pure una violazione della legge; 

e il peccato è violazione della legge. 

(1 Giovanni 3:4)

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In definitiva peccare è il contrario di fare la volontà di Dio.

In linea generale si può affermare che rispettare le leggi di Dio equivale a fare la volontà di Dio ma l’uomo nel suo stato di peccatore separato da Dio a motivo della caduta di Adamo, oggi pur volendo fare la volontà di Dio non ci riesce. Per questo Dio manda Gesù, nato di donna e senza peccato in quanto non proveniente dal seme di Adamo come capostipite di una nuova generazione. Gesù vive una vita perfetta pienamente conforme alla volontà di Dio e muore in croce condannando il peccato nel suo corpo affinché chi crede in lui sia salvato, sia riscattato dalla condizione di peccatore destinato al giudizio di Dio e sia in grado di camminare nella volontà di Dio sostenuto dalla presenza dello Spirito Santo il quale dimora in chi crede.


La nuova nascita, la nascita dall’alto.

Un giorno un capo dei Giudei, un religioso che oggi chiameremmo sacerdote venne da Gesù e sapendo che Dio era con lui voleva conoscerlo meglio. Gesù però conosceva già la risposta ad ogni sua domanda perciò gli disse: In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d'acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: "Dovete nascere di nuovo" (Giovanni 3:5-7) Gesù poi prosegue il discorso dandogli la chiave per nascere di nuovo e per entrare nel regno di Dio: 14 E come Mosé innalzò il serpente nel deserto, cosí bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna. Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. (Giovanni 3:14-18)


L’uomo nato di nuovo viene liberato dalla schiavitù del peccato ed ora è in grado di fare la volontà di Dio. L’apostolo Paolo testimonia di questo quando dice: Infatti noi sappiamo che la legge è spirituale, ma io sono carnale, venduto come schiavo al peccato. Giacché non capisco quel che faccio, perché non faccio quello che vorrei, ma faccio quello che odio. Ora, se faccio ciò che non voglio, io riconosco che la legge è buona. Quindi non sono piú io ad agire, ma è il peccato che abita in me. Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo. Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono piú io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. (Romani 7: 14-20)


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O miserabile uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 

Io rendo grazie a Dio per mezzo di Gesú Cristo, nostro Signore. 

Io stesso dunque con la mente ora servo la legge di Dio, anche se la carne è sotto la legge del peccato.

(Romani 7:24-25)

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Perché dunque dovremmo fare la volontà di Dio?

Dio ci ha dato la vita, non chiede altro che le sua leggi vengano rispettate e nel fare questo lui riceve anche la gloria. Il peccatore però non ha speranza e lontano da Dio non può nemmeno sperare di avere la vera vita che Dio ha promesso a quelli che lo amano. Gesù disse “chi mi ama osserva i miei comandamenti”. Con la nuova nascita ora abbiamo la consapevolezza di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato e possiamo camminare secondo il progetto iniziale di Dio. 


Gesù non ci ha dato delle regole da rispettare, Gesù non ci dice non fare questo e non fare quello ma ci insegna due comandamenti che sono al di sopra di ogni legge: “AMA DIO E AMA IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO”. Quando ami Dio, farai tutto ciò che gli piace e quando ami il tuo prossimo ti prenderai cura di lui ed allo stesso tempo non andrai a rubare in casa sua, non desidererai sua moglie e nulla di ciò che gli appartiene e tantomeno penserai di ucciderlo.


La vita in Cristo è una vita di libertà, Dio non ci toglie il libero arbitrio, siamo liberi di sceglierci il lavoro che vogliamo, la moglie che vogliamo, la casa che vogliamo e di fare tutto ciò che vogliamo in linea con la legge dell’amore. Tuttavia è cosa buona prima di scegliere un lavoro, una casa ed una moglie di interpellare Dio affinché interceda per noi dandoci il lavoro giusto, la moglie giusta e la casa giusta. In ogni cosa è buono mettere davanti a Dio i nostri progetti affinché ricevano la sua benedizione ed approvazione. In ogni caso anche se le cose ai tuoi occhi non vanno come ci saremmo aspettati, rilassati, non essere in ansia per quella tua situazione perché Dio ha comunque il controllo di ogni cosa.


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Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, 

i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.

(Romani 8:28)

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Ma perché il pastore della chiesa mi ha detto che Dio ha una volontà specifica per ognuno di noi?


Ci sono dei passi della Bibbia dove Dio chiaramente chiama delle persone per un compito specifico ma stiamo bene attenti, come dice anche la scrittura a “non andare oltre a ciò che è scritto”.


Ci sono dei pastori (dico pastori in quanto è così che si fanno chiamare) i quali amano mettere enfasi sulle vite di uomini di Dio scelti da Dio per un compito speciale, vediamo qualche esempio:


Noè viene chiamato da Dio per costruire un arca

Ora l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo. E l'Eterno si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Così l'Eterno disse: «lo sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato, dall'uomo al bestiame, ai rettili, agli uccelli del cielo, perché mi pento di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi dell'Eterno. Questa è la discendenza di Noè. Noè fu uomo giusto e irreprensibile tra i suoi contemporanei. Noè camminò con DIO. (Genesi 6)


Abramo ed il patto della fede con Dio

Quando Abramo ebbe novantanove anni, l'Eterno gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza, e sii integro; e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente». Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e DIO gli parlò, dicendo: «Quanto a me, ecco io faccio con te un patto: tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni. E non sarai piú chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abrahamo, poiché io ti faccio padre di una moltitudine di nazioni. Ti renderò grandemente fruttifero. Quindi ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re. E stabilirò il mio patto fra me e te, e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno, impegnandomi ad essere il DIO tuo e della tua discendenza dopo di te. (Genesi 17)


Mosè ed il patto della legge con Dio

Or Mosè pascolava il gregge di Jethro suo suocero, sacerdote di Madian; egli portò il gregge oltre il deserto e giunse alla montagna di DIO, all'Horeb. E l'Angelo dell'Eterno gli apparve in una Fiamma di fuoco, di mezzo a un roveto. Mosè guardò ed ecco il roveto bruciava col fuoco, ma il roveto non si consumava.

DIO disse a Mosè: «IO SONO COLUI CHE SONO». Poi disse: «Dirai così ai figli d'Israele: "L'IO SONO mi ha mandato da voi"». DIO disse ancora a Mosè: «Dirai così ai figli d'Israele: "L'Eterno. il DIO dei vostri padri, il DIO di Abrahamo, il DIO d'Isacco e il DIO di Giacobbe mi ha mandato da voi. Questo è il mio nome in perpetuo. Questo sarà sempre il mio nome col quale sarò ricordato per tutte le generazioni". Va' e raduna gli anziani d'Israele e di' loro: "L'Eterno, il DIO dei vostri padri, il DIO di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe mi è apparso, dicendo: «Io vi ho certamente visitato e ho visto quello che vi fanno in Egitto; e ho detto: Io vi farò salire dall'oppressione d'Egitto al paese dei Cananei, degli Hittei, degli Amorei, dei Perezei degli Hivvei e dei Gebusei, in un paese dove scorre latte e miele". (Esodo 3)


Già semplicemente vedendo questi tre uomini scelti da Dio dovremmo porci delle domande del tipo:



Mi sembra evidente che solo tre persone al mondo avrebbero potuto essere Noè, Abrahamo e Mosè sia per il momento storico e sia perché Dio nella sua sovranità fa ciò che vuole. 


Ci sono altri uomini scelti da Dio per essere come degli strumenti nelle sue mani, ad esempio tutti i profeti dell’antico testamento, quando leggiamo il libro di Geremia comprendiamo che Dio lo preconosce, lo sceglie e lo manda: “La parola dell'Eterno mi fu rivolta, dicendo: «Prima che io ti formassi nel grembo di tua madre, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, ti ho consacrato e ti ho stabilito profeta delle nazioni».”(Geremia 1)



Eppure ci sono dei pastori (è così che si fanno chiamare) i quali prendono dei versetti qua e la per la Bibbia, li estraggono dal loro contesto e andando oltre ciò che è scritto, gli fanno dire ciò che vogliono. Lo stesso fanno con altri uomini di Dio come Sansone, come Elia, Eliseo, Giovanni il battista, gli apostoli e persino Gesù stesso.


Bisogna stare molto attenti a certi insegnamenti che possono sviarci dalla sana dottrina!

Anche nelle chiese locali oggi si tende ad insegnare cose che vanno oltre a ciò che è scritto e si finisce per stravolgere il concetto di chiesa trasformandolo in una setta controllata da uomini che opprimono i credenti, non li addestrano nella parola e non fanno altro che spillare soldi dalle loro tasche.


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Ora, avendo noi doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede; se di ministero, attendiamo al ministero; similmente il dottore attenda all'insegnamento; e colui che esorta, attenda all'esortare; colui che distribuisce, lo faccia con semplicità; colui che presiede, presieda con diligenza; colui che fa opere di pietà le faccia con gioia. (Romani 12:6-8)

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C’è un principio generale che l’apostolo Paolo spiega nelle sue lettere alle chiese e questo principio è che ogni cosa deve essere fatta per l’edificazione della chiesa ed ogni dono che Dio elargisce nella chiesa ha uno scopo ben preciso nel piano di Dio. 


“Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l'opera del ministero e per l'edificazione del corpo di Cristo, finché giungiamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo affinché non siamo piú bambini sballottati e trasportati da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per la loro astuzia, mediante gli inganni dell'errore, ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.” (Efesini 4:11-15)


La domanda retorica di Paolo

Sono tutti apostoli? Sono tutti profeti? … ovviamente NO

Dio ne ha costituiti alcuni nella chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come dottori; poi ha ordinato le potenti operazioni; quindi i doni di guarigione i doni di assistenza e di governo e la diversità di lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti dottori? Hanno tutti il dono di potenti operazioni? Hanno tutti i doni di guarigioni? Parlano tutti diverse lingue? Interpretano tutti? (1 Corinzi 12:28-30)


Non abbiamo tutti gli stessi doni

Lo Spirito Santo distribuisce i doni come vuole lui e non come vorremmo noi pertanto non possiamo essere tutti profeti, non possiamo essere tutti apostoli e nemmeno abbiamo tutti il dono di insegnamento.

Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito, Vi sono anche diversità di ministeri ma non vi è che un medesimo Signore. Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utilità comune. A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; a un altro fede, dal medesimo Spirito a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti; a un altro diversità di lingue, a un altro l'interpretazione delle lingue. Or tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole. (1 Corinzi 12:4-11)


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«Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo a ogni creatura;

chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; 

ma chi non ha creduto, sarà condannato.

(Marco 16:15-16)

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La volontà di Dio per ognuno di noi non è necessariamente quella di fare cose grandi, nella chiesa ci sono alcuni chiamati da Dio a fare cose grandi ma questo non è per tutti. Spesso nella nostra mente ci ispiriamo a grandi uomini di Dio, a missionari che hanno portato il vangelo nel mondo ma nella maggioranza dei casi, il Signore vuole che ognuno di noi si impegni a testimoniare della propria vita e del vangelo di Cristo con le persone che ci stanno intorno, col vicino di casa, coi nostri compagni sul posto di lavoro, coi noi amici parenti e conoscenti.


Il Signore benedica la vostra opera.

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