Le settanta settimane di Daniele
28/11/2020
Perché in molti ritengono che solo sessantanove settimane si sarebbero adempiute ?
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Settanta settimane sono stabilite per il tuo popolo e per la tua santa città, per far cessare la trasgressione, per mettere fine al peccato, per espiare l'iniquità, per far venire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo.
Sappi perciò e intendi che da quando è uscito l'ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme, fino al Messia, il principe, vi saranno sette settimane e altre sessantadue settimane; essa sarà nuovamente ricostruita con piazza e fossato, ma in tempi angosciosi.
Dopo le sessantadue settimane il Messia sarà messo a morte e nessuno sarà per lui. E il popolo di un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà con un'inondazione, e fino al termine della guerra sono decretate devastazioni.
Egli stipulerà pure un patto con molti per una settimana, ma nel mezzo della settimana farà cessare sacrificio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore, finché la totale distruzione, che è decretata, sarà riversata sul devastatore».
(Daniele 9:24-27)
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Settanta settimane sono stabilite per mettere fine al peccato
Settanta settimane sono stabilite per il tuo popolo e per la tua santa città, per far cessare la trasgressione, per mettere fine al peccato, per espiare l'iniquità, per far venire una giustizia eterna, per sigillare visione e profezia e per ungere il luogo santissimo. (Daniele 9:24)
La visione di Daniele riprende una profezia di Ezechiele la quale parla di settanta settimane per quanto riguarda il piano di Dio verso il popolo di Israele, in particolare si parla di:
- far cessare la trasgressione, porre fine al peccato, espiare l’iniquità
- stabilire una giustizia eterna
- sigillare visione e profezia
- ungere il luogo santissimo
La profezia di Daniele rivela in parte il piano di Dio che si adempirà col Messia, stando alla storia ed ai resoconti biblici, l’espiazione del peccato è avvenuta tramite Cristo e di conseguenza anche la giustizia eterna. Il nuovo testamento parla del nuovo patto di Dio fatto con l’umanità e si conclude con la rivelazione finale del libro di Apocalisse come sigillo di ogni visione e profezia, nulla potrà più essere aggiunto o tolto alla scrittura così come ci è pervenuta.
Le sette settimane - l’ordine di ricostruire Gerusalemme
Sappi perciò e intendi che da quando è uscito l'ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme, fino al Messia, il principe, vi saranno sette settimane e altre sessantadue settimane; essa sarà nuovamente ricostruita con piazza e fossato, ma in tempi angosciosi. (Daniele 9:25)
Secondo i resoconti storici e biblici, di fatto Gerusalemme fu restaurata e ricostruita come pure le sue mura di difesa e le sue porte di accesso.
Dopo le settantadue settimane - la settantesima settimana
Dopo le sessantadue settimane il Messia sarà messo a morte e nessuno sarà per lui. E il popolo di un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine verrà con un'inondazione, e fino al termine della guerra sono decretate devastazioni. (Daniele 9:26)
La morte del Messia viene predetta da Daniele dopo le sessantadue settimane che sommate alle prime sette settimane diventano sessantanove, 7+62=69. Quando leggiamo dopo le settantadue settimane significa che siamo già nella settantesima settimana. Il Messia viene messo a morte nella settantesima settimana e non prima.
In questi ultimi tempi sono uscite delle dottrine strane le quali insegnano che la settantesima settimana si adempirà in un futuro più o meno lontano e sotto il dominio dell’anticristo. Non c’è nessuna ragione logica o interpretativa per dividere le settanta settimane in due parti. Nessuno vuole negare che l’anticristo verrà e che opererà per 42 mesi o 1260 giorni che sono tre anni e mezzo ma dire che tutto questo avverrà durante la settantesima settimana di Daniele è una forzatura ed un errore biblico.
Fine di Israele come popolo di Dio - Distruzione del tempio
Egli stipulerà pure un patto con molti per una settimana, ma nel mezzo della settimana farà cessare sacrificio e oblazione; e sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore, finché la totale distruzione, che è decretata, sarà riversata sul devastatore». (Daniele 9:27)
La profezia di Daniele non parla della ricostruzione di un terzo tempio ma piuttosto della fine di Israele come popolo di Dio. Secondo i resoconti storici, fu l’imperatore Romano Tito a distruggere Gerusalemme ed il tempio intorno all’anno ’70 dc. Gli eserciti Romani circondarono la città e la resero un cumulo di rovine. Il tempio di Dio fu letteralmente raso al suolo ed inevitabilmente questo causò la cessazione del sacrificio continuo.
L’abominazione della desolazione e la grande tribolazione
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«Ora, quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate che allora la sua desolazione è vicina.
Allora, coloro che sono nella Giudea fuggano sui monti; e coloro che sono in città se ne allontanino; e coloro che sono nei campi non entrino in essa.
Poiché questi sono giorni di vendetta, affinché tutte le cose che sono scritte siano adempiute.
Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni, perché vi sarà grande avversità nel paese e ira su questo popolo.
Ed essi cadranno sotto il taglio della spada, e saranno condotti prigionieri fra tutte le nazioni; e Gerusalemme sarà calpestata dai gentili, finché i tempi dei gentili siano compiuti».
(Luca 21: 20-24)
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Nel suo discorso profetico Gesù preparò i suoi discepoli per quell’evento, la desolazione di Gerusalemme e la distruzione del tempio di Dio era veramente una grande abominazione.
«Quando dunque avrete visto l'abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge intenda), allora coloro che sono nella Giudea fuggano ai monti. Chi si trova sulla terrazza della casa, non scenda a prendere qualcosa di casa sua; e chi è nei campi, non torni indietro a prendere il suo mantello. Ma guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! E pregate che la vostra fuga non accada d'inverno, né di sabato perché allora vi sarà una tribolazione cosí grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne si salverebbe; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati. (Matteo 25:15-22)
Sono tutti fatti storici documentati, Gerusalemme distrutta, il tempio distrutto e tutto il popolo di Israele cacciato dalla loro terra e disperso tra le nazioni dove poi furono ovunque perseguitati. La persecuzione più conosciuta da tutti, fu quella dei campi di sterminio nazisti dove sei milioni di Ebrei vennero sterminati senza pietà. Questa fu una tribolazione così grande e che mai più ci sarà.
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Allora Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ma che anzi il tumulto cresceva sempre piú, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi». E tutto il popolo rispondendo disse: «Sia il suo sangue sopra di noi e sopra i nostri figli!». Allora egli liberò loro Barabba; e dopo aver fatto flagellare Gesú, lo diede loro, perché fosse crocifisso.
(Matteo 27:24-26)
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A seguito del rigetto del Messia da parte del popolo di Israele il giudizio di Dio fu pesantissimo sul suo popolo che ora veniva rigettato e abbandonato. Ma un residuo però aveva creduto in Cristo e questi furono quelli che portarono avanti il piano di Dio aprendo la strada ad un nuovo popolo di Dio basato sulla fede e non più sulla discendenza fisica.
Ora le promesse furono fatte ad Abrahamo e alla sua discendenza. La Scrittura non dice: «E alle discendenze» come se si trattasse di molte, ma come di una sola: «E alla tua discendenza», cioè Cristo. (Galati 3:16)
Tuttavia non è che la parola di Dio sia caduta a terra, poiché non tutti quelli che sono d'Israele sono Israele. E neppure perché sono progenie di Abrahamo sono tutti figli; ma: «In Isacco ti sarà nominata una progenie». Cioè non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come progenie. (Romani 9:6-8)
L’apostolo Paolo riconosce il piano di Dio che trascende Israele secondo la carne e guidato dallo Spirito Santo afferma che le promesse di Dio si fondano sulla fede e che la discendenza del vero popolo di Dio è spirituale ed è mediante la fede in Cristo. La chiesa nasce a Pentecoste dal residuo di Israele e poi si espanderà fino alle estremità della terra inglobando anche i gentili (i pagani) cioè noi tutti che crediamo in Gesù.
Ma Isaia esclama riguardo a Israele: «Anche se il numero dei figli d'Israele fosse come la sabbia del mare, solo il residuo sarà salvato». (Romani 9:27)
Riedificazione spirituale del tabernacolo di Davide
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«In quel giorno, io rialzerò il tabernacolo di Davide che è caduto, riparerò le sue brecce e rialzerò le sue rovine, e lo ricostruirò come nei giorni antichi, (Amos 9:11)
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Adempimento della profezia:
Simone ha raccontato come per la prima volta Dio ha visitato i gentili per scegliersi da quelli un popolo per il suo nome. Con questo si accordano le parole dei profeti, come è scritto: "Dopo queste cose, io ritornerò e riedificherò il tabernacolo, di Davide che è caduto, restaurerò le sue rovine e lo rimetterò in piedi, affinché il resto degli uomini e tutte le genti su cui è invocato il mio nome cerchino il Signore, dice il Signore che fa tutte queste cose". (Atti 15:14-17)
La riedificazione del tabernacolo di Davide non è dunque il terzo tempio di Gerusalemme in quanto in Atti 15 la profezia si adempie in senso spirituale, la chiesa ora è il vero tempio di Dio e tutte le nazioni vi possono accedere mediante la fede. La nuova creazione dove Gesù è il primogenito dai morti, sarà formata da gente di ogni nazione in quanto non c’è più Giudeo, Greco, schiavo o libero, maschio o femmina perché in Cristo tutti siamo uno.
E che ne sarà di Israele secondo la carne?
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Ha Dio rigettato il suo popolo?
(Romani 11:1)
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Nel piano di Dio viene anche contemplato un ravvedimento di massa per quanto riguarda gli Ebrei e questo avverrà al suo ritorno quando finalmente lo riconosceranno e così anche loro saranno reinnestati nella chiesa di Cristo che è l’attuale popolo di Dio e godranno della promessa terrena di tornare a stabilirsi nella loro terra durante il regno milleniale di Cristo.
Poiché l'Eterno farà giustizia con il fuoco e con la sua spada contro ogni carne; e gli uccisi dall'Eterno saranno molti. «Quelli che si santificano e si purificano per andare nei giardini, dietro un idolo che sta nel mezzo, quelli che mangiano carne di porco, cose abominevoli e topi, saranno tutti quanti consumati» dice l'Eterno.«Io conosco le loro opere e i loro pensieri; sta per giungere il tempo in cui raccoglierò tutte le nazioni e tutte le lingue; esse verranno e vedranno la mia gloria. Io porrò un segno nel loro mezzo e manderò alcuni dei loro superstiti alle nazioni: a Tarshish, a Pul e a Lud, che tirano l'arco, a Tubal e a Javan, alle isole lontane che non hanno udito la mia fama e non hanno visto la mia gloria; essi proclameranno la mia gloria fra le nazioni, e ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le nazioni come un'offerta all'Eterno, su cavalli, su carri, su portantine, su muli e su dromedari al mio santo monte di Gerusalemme», dice l'Eterno. «come i figli d'Israele, portano un'offerta in un vaso puro nella casa dell'Eterno. Prenderò pure alcuni di essi per sacerdoti e per Leviti», dice l'Eterno. «Poiché come i nuovi cieli e la nuova terra che io farò sussisteranno stabili davanti a me», dice l'Eterno, «cosí sussisteranno la vostra progenie e il vostro nome. (Isaia 66:18-22)
Il profeta Isaia alla fine del suo libro ci ricorda che l’Eterno verrà col fuoco per eseguire un giudizio sulle nazioni, in quel giorno il Signore distruggerà l’empio (l’anticristo) col soffio della sua bocca, gli Ebrei vedranno il loro Messia e si convertiranno, dopodichè rientreranno nella loro terra per tutto il tempo del millennio ovvero fino a nuovi cieli e nuova terra.